Ultima
settimana di agosto. Madre e io osserviamo gli scatoloni, pieni di vestiti e
masserizie. Tre due settimane mi trasferirò a vivere con Sorella. Ho passato
l’ultimo mese a casa, in puglia, in una zona grigia tra traslochi. Dopo 5 anni
in residenza universitaria a Roma, andrò a vivere in appartamento a Milano, con
Sorella. Laurea alle spalle, master in arrivo.
Madre osserva
gli scatoloni. Nella sua testa vedo in successione soddisfazione per i vestiti
piegati perfettamente, sgomento per la quantità di scatoloni, esasperazione per
la mia incapacità di viaggiare leggera.
-Mi sembra tutto.
-Già.
- Figlia, è il
momento che io ti parli di una cosa.
-madre, di
quello abbiamo parlato quando ti ho chiesto come nascessero i bambini, alla
tenera età di cinque anni.
Madre ringhia
sommessamente, maledicendo il mio pessimo senso dell’umorismo. Padre, da cui ho
ereditato suddetto humor, si trova a passare da lì, vede l’espressione della
genitrice e saggiamente ricorda di avere cose da fare al capo opposto della
casa. O del continente.
-Figlia, mi
riferisco al fatto che ormai sei cresciuta. Sei adulta.
-…
-Vai a vivere
con tua sorella. Vai a vive in una casa. Questo significa…

-… pulizie,
responsabilità, cucinare. Ce la farai?
-prima o poi.
-nel giro di
qualche settimana?
-…
-…mese?
-prima o poi.
Alza lo
sguardo al cielo, guarda mia sorella, sospira e le dice:
-povera te.
Cinque giorni
dopo è iniziata la Convivenza.
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