lunedì 14 dicembre 2015

Non solo i gatti hanno paura dell'aspirapolvere

Fine agosto. Giorno 3 della convivenza. L’adultitudine prevede pulizie di casa a cadenze fisse. Io e Sorella siamo pronte. Per evitare bagni di sangue, seguiremo un rigido sistema di rotazione. Che oggi prevede io passi l’aspirapolvere prima che lei lavi i pavimenti. Sorella abita da due anni in questa casa, ormai ha un grado di autonomia nelle pulizie tale che potrebbe farle a occhi chiusi. Sa quale battiscopa è l’acattapolvere preferenziale, l’angolatura giusta per infilarsi a pulire l’angolo infame tra i sanitari.
Sono una recluta, l’aspirapolvere è la cosa nella quale mia sorella ha pensato potessi fare meno danni. Ha great expectations. Non la deluderò.
Dopo qualche problemino tecnico, in cui ho scoperto che quello che credevo fosse il tasto di accensione del suo aspirapolvere, in realtà è quello che sgancia il sacchetto, sono pronta. Non ho mai passato l’aspirapolvere in maniera così accurata.  E cantando con tanto gusto I want to break free.


Finisco e, con l’anima in pace, mi posizione sul divano, io e il mio Netflix. Poi sento uno squittio dal bagno. Cresce di intensità e raggiunge livelli di ultrasuoni tali che un paio di allarmi scattano, i cani abbaiano e gli stormi volano via dagli alberi. Nela frequenza che riesco a captare, percepisco qualche lettera sparsa del mio nome. Saggiamente, decido di avvicinarmi con cautela. Sorella è lì, che, iperventilando, mi indica dei capelli sul pavimento.
La guardo.
Mi guarda.
Prende un respiro profondo, vedo passare nella sua mente immagini calme e rilassanti. Entra in modalità educatrice.
-e questi?
-…
-non andiamo bene. Se passi l’aspirapolvere lo devi fare per bene.
-ma ti giuro che sono stata attentissima.
-Guarda che non mi devi prendere in giro.  Non sei stata approfondita nelle pulizie e adesso la ripassi.
-Ma non c’era niente, ti giuro.
Comincia l’escalation dei toni, recriminazioni che partono da quella volta che alle elementari le rubai la merenda e arrivano all’ingiustizia del mio metabolismo lento in confronto al suo.  C’è un momento di pausa, musica da Mezzogiorno di fuoco in sottofondo, tutte e due prendiamo fiato e…
Un   singolo   capello

  si   stacca   dalla   mia   testa   e
 
  volteggia,   

 delicato,  

 leggero, 

  in   un   moto   a   spirale,

  fino   a   quando   si   poggia,

  lieve

sul   pavimento.

Silenzio.
-Tu da domani giri per casa con la cuffia da doccia in testa.
-…
-…
-Vado a prendere l’aspirapolvere.

-E poi porta i tuoi capelli da un’altra parte.

Nessun commento:

Posta un commento