venerdì 8 gennaio 2016

6 anni di patente e non sentirli

Milano, post vacanze natalizie. Saudade, acuta a tratti acutissima. E i miei amici milanesi che si meravigliano del fatto che io abbia accusato tantissimo il rientro. Fateveli voi 10 giorni viziati e coccolati, per poi tornare alla regolare vita in cui provi a mettere insieme i pezzi della tua vita, tra il bucato, il pavimento da lavare e doversi improvvisare in cucina. Comunque.
Sorella è in sessione. Non c’è n’è per nessuno, anzi, son volatili per diabetici per tutti. La tristezza è incommensurabile, alla sera la interrogo sui tipi di cacche dei bambini e dei neonati. Argomenti che si accompagnano benissimo alla cena. Ma comunque.
Il dramma della settimana è che fa freddo e bisogna mettere in moto la macchina, onde evitare che la batteria ci abbandoni sul più bello. Al che mi offro volontaria.
-Sorella, se vuoi la macchina la prendo io per andare al master.
10 minuti di risate dopo, durante i quali io appendo un muso lungo da qui in puglia, Sorella si asciuga le lacrime e tenendosi il pancino gonfio di cioccolata, mi dice: Chiedi a Padre.
Chiamo padre e gli faccio la proposta. 20 minuti di risate dopo, padre mi spiega che, nonostante io abbia la patente da anni, la mia esperienza di guida non ammonta a 4 settimane e che non se la sente di sguinzagliarmi senza supervisione nel traffico milanese. Il compromesso è raggiunto: farò delle guide di prova con Sorella.
-Attenta, guarda, guarda, GUARDA CAZZO!! Gira a sinistra, a sinistra ho detto, perché hai girato a destra? Hai 24 anni, devi imparare a distinguere destra e sinist… frena! FRENA!!! Io adesso non ti dico niente e fai tu, male che va moria… DOSSO! DOSSO! [TUNF TUNF, TONK]. Ti rendi conto? Ti rendi conto? Ecco, ora hai la precedenza, va, vai, ti ho detto VAI! Devi andare, cazzo, hai la precedenza, qui sono milanesi imbruttiti, ti passano anche sopra!!
Rientriamo in garage. Mi giro per pendere la borsa.
-Perché hai abbassato i sedili?
-Si sono abbassati quando hai preso il dosso a 70 all’ora.
Sorella esce dalla macchina e si accascia contro il muro. Tra i capelli iniziano ad apparire ciocche bianche. Nel frattempo io telefono a Padre.
-Genitore, non capisco tutta questa agitazione. È andata benissimo. Si, ti passo Sorella.
Passo il cellulare.
-Padre, non credo sa ancora pronta. No, non è andata malissimo, aspetta un attimo [si fa un massaggio cardiaco e fa ripartire il cuore], certo non è ancora pronta [studia l’invecchiamento precoce del suo viso e le nuove rughe che le si stanno scolpendo sul viso], ma ci possiamo lavorare.
Chiude.
-Dai seriamente, come è andata?

- Nella seconda guerra mondiale saresti stata un ottimo kamikaze giapponese, sai?

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