Milano, post vacanze
natalizie. Saudade, acuta a tratti acutissima. E i miei amici milanesi che si
meravigliano del fatto che io abbia accusato tantissimo il rientro. Fateveli
voi 10 giorni viziati e coccolati, per poi tornare alla regolare vita in cui
provi a mettere insieme i pezzi della tua vita, tra il bucato, il pavimento da
lavare e doversi improvvisare in cucina. Comunque.
Sorella è in sessione.
Non c’è n’è per nessuno, anzi, son volatili per diabetici per tutti. La
tristezza è incommensurabile, alla sera la interrogo sui tipi di cacche dei
bambini e dei neonati. Argomenti che si accompagnano benissimo alla cena. Ma
comunque.
Il dramma della
settimana è che fa freddo e bisogna mettere in moto la macchina, onde evitare
che la batteria ci abbandoni sul più bello. Al che mi offro volontaria.
-Sorella, se vuoi la
macchina la prendo io per andare al master.
10 minuti di risate
dopo, durante i quali io appendo un muso lungo da qui in puglia, Sorella si
asciuga le lacrime e tenendosi il pancino gonfio di cioccolata, mi dice: Chiedi
a Padre.
Chiamo padre e gli
faccio la proposta. 20 minuti di risate dopo, padre mi spiega che, nonostante
io abbia la patente da anni, la mia esperienza di guida non ammonta a 4
settimane e che non se la sente di sguinzagliarmi senza supervisione nel
traffico milanese. Il compromesso è raggiunto: farò delle guide di prova con
Sorella.
-Attenta, guarda,
guarda, GUARDA CAZZO!! Gira a sinistra, a sinistra ho detto, perché hai girato
a destra? Hai 24 anni, devi imparare a distinguere destra e sinist… frena!
FRENA!!! Io adesso non ti dico niente e fai tu, male che va moria… DOSSO! DOSSO!
[TUNF TUNF, TONK]. Ti rendi conto? Ti rendi conto? Ecco, ora hai la precedenza,
va, vai, ti ho detto VAI! Devi andare, cazzo, hai la precedenza, qui sono
milanesi imbruttiti, ti passano anche sopra!!
Rientriamo in garage.
Mi giro per pendere la borsa.
-Perché hai abbassato
i sedili?
-Si sono abbassati
quando hai preso il dosso a 70 all’ora.
Sorella esce dalla
macchina e si accascia contro il muro. Tra i capelli iniziano ad apparire
ciocche bianche. Nel frattempo io telefono a Padre.
-Genitore, non capisco
tutta questa agitazione. È andata benissimo. Si, ti passo Sorella.
Passo il cellulare.
-Padre, non credo sa
ancora pronta. No, non è andata malissimo, aspetta un attimo [si fa un
massaggio cardiaco e fa ripartire il cuore], certo non è ancora pronta [studia
l’invecchiamento precoce del suo viso e le nuove rughe che le si stanno
scolpendo sul viso], ma ci possiamo lavorare.
Chiude.
-Dai seriamente, come
è andata?
- Nella seconda guerra
mondiale saresti stata un ottimo kamikaze giapponese, sai?
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